Leggo e recensisco. Le forbici di Atropo, di ITALO IOVENE. Diogene Edizioni, 2014.

Recensione a cura di Giovanna Fileccia

Le forbici della vita e della morte

Napoli, ore 12.00: un uomo dalla statura normale, dai capelli radi e biancastri, vestito con jeans e giacca di velluto blu, impugna forbici che non dovrebbero essere nelle sue mani.


Forbici taglienti che qualche ora prima sono cadute dall’alto, da un luogo ubicato sopra le nuvole dove notoriamente dimorano gli dei della mitologia greca.


È singolare questa opera di Italo Iovene un originale e interessante romanzo che si dipana tra la città di Napoli e l’Olimpo.


La storia contenuta tra le pagine di Le forbici di Atropo si svolge tra le ore 9.00 e le ore 12.00 di una mattina – più un paio d’ore nelle quali … – e la cosa curiosa è la seguente: i minuti che passano sono scanditi dai passi del protagonista che inizia la sua passeggiata a Piazza Dante e la conclude a Castel dell’Ovo. Ed è a 10 minuti dall’inizio del suo cammino, e precisamente al suo arrivo in Vico Bagnara, che Gennaro si avvede di un paio di forbici che stanno per terra. Brillano, come a richiamare la sua attenzione e lui, attratto dallo scintillio, come una gazza ladra è attratta dai luccichii, senza pensarci su, si abbassa, le prende, le soppesa e le ripone nella tasca della sua giacca di velluto blu.


Fossero state le forbici di un sarto qualunque non vi sarebbero state conseguenze, ma Gennaro non sa che quelle forbici sono di Atropo, la vecchia delle Parche, che ha il compito di tagliare il filo della vita degli umani.


Il lettore è a conoscenza di tale incidente e sa pure lo scompiglio che tale perdita crea nell’Olimpo. Ma Gennaro del tutto ignaro, durante la sua passeggiata, nell’assistere a situazioni sgradevoli, preso dal nervosismo, e giusto per scaricare la tensione che in quel momento prova, impugna le forbici e… zac zac, le usa. Lascio immaginare a voi cosa accade…


Italo Iovene ha scritto un romanzo che va verso. Il lettore si ritrova verso le strade di Napoli, verso gli avvenimenti del presente e soprattutto verso le vie che Gennaro ha già percorso nel suo passato. Sono i ricordi a essere il punto centrale: il protagonista ripercorre la sua vita dall’adolescenza all’età adulta e si rivede ragazzo timido e insicuro, giovane generoso e disponibile, uomo che, deciso, lascia il tanto agognato e sicuro “posto in banca” per seguire le sue passioni.


Un romanzo atipico nel quale mi arriva da parte dell’autore una rabbia sottile che sfocia in un senso della giustizia che, per mano del protagonista, il nostro mette in atto: Gennaro infatti nell’usare le forbici si pone come giudice che decide della vita e della morte dei suoi simili. Egli preso dal tic della rabbia, e semplicemente muovendo le dita, assiste a una serie di morti, fino a che, a un certo punto, si chiede come possa mai essere possibile:
Che giornata! Quattro decessi in poco più di un’ora e tutti davanti ai miei occhi. Mi sento Bellomunno onoranze funebri.
Assurdo! E tutte persone che avevano tentato di farmi del male.
Dai Gennà, un caso, solamente un caso”. (pag. 142)

Ho già avuto modo di apprezzare la scrittura di Italo Iovine, pochi mesi fa ho pubblicato la mia recensione a un altro dei suoi romanzi, L’ultimo duca (QUI la recensione). In quell’occasione l’ho paragonato a un prestigiatore che “estrae dalla sua memoria avvenimenti reali e li amalgama a storie di fantasia” e non solo. Ne Le forbici di Atropo il prestigiatore Iovene ha estratto e amalgamato anche alcune sue composizioni poetiche tra cui la poesia che apre il libro:


E giunsi alla fine del viaggio
avendo tra le mani il destino
trovato in un pellegrinaggio
caduto vicino a un tombino,
in compagnia dei ricordi,
tra i pensieri e l’attualità,
percorsi gli antichi sentieri
di questa bella, amata, città.

Quel giorno dalle 9.00 di mattina Gennaro inizia la sua passeggiata per le vie di Napoli: sente gli odori, ripercorre i luoghi che conosce bene, rivive i momenti del passato e incontra persone che aveva perduto di vista. Il lettore passeggia a braccetto con Gennaro il quale vede e ascolta, chiacchiera e ricorda, domanda e risponde, subisce e agisce. Italo con la sua scrittura elegante, pregna di una energia carica di quel linguaggio intriso di turpiloquio, misto a insulti e atteggiamenti arroganti, ci mostra una Napoli cruda e ruvida.


Oltre alla città di Napoli ne Le forbici di Atropo c’è un altro luogo, l’Olimpo, dove in quelle ore persiste un grande caos poiché Atropo, senza il suo oggetto affilato, non può gestire il ciclo della vita e della morte. Tutto è sospeso, il tempo passa ma… persone che dovrebbero morire non muoiono, e bambini che dovrebbero nascere non nascono.


Il caos nell’Olimpo regna “sovrano” e bisogna assolutamente riportare le forbici ad Atropo e di tale incombenza se ne occupa Mercurio il quale riesce a intercettare Gennaro e…


Il libro di Italo Iovene è una lettura istruttiva, ironica, coinvolgente. Con uno stile forbito e un linguaggio curato, l’autore si districa tra finzione, mito e realtà.


Uno dei temi che mi ha appassionato è il tempo: sospeso, rincorso; passato, presente. Il tempo della vita, il tempo della morte, il tempo della sospensione. A questo proposito Italo scrive:
È una convenzione. Non è il tempo che avanza, ma noi che andiamo verso di lui. È fermo, senza minuti, ore, né anni, secoli o millenni. È un gioco, una sorta di monopoli della vita. Due dadi: li scagli sulla tavola e avanzi due caselle, tre, dodici. Alla fine hai tutto e ti ritrovi con niente, perché tempo e niente sono sinonimi della stessa illusione” (pag. 62)


Nel romanzo di Iovene l’illusione a un certo momento diviene concretezza e la realtà che vivrà Gennaro sarà tangibile e risolutiva. Le forbici che possiedono il potere della vita e della morte rappresentano allo stesso tempo l’oggetto della discordia e della concordia: due aspetti della stessa medaglia che Italo ha narrato con maestria.

Giovanna Fileccia
Terrasini, sabato 4 agosto 2021

IL COMMENTO DI ITALO IOVENE

Questa mia recensione è pubblicata anche su Alessandria Today, che ringrazio: https://alessandria.today/2021/09/01/leggo-e-recensisco-le-forbici-di-atropo-di-italo-iovene-diogene-edizioni-2014/

Appuntamento a mercoledì prossimo con la rubrica Leggo e recensisco.


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