Basta poco per mancare di rispetto

Ci vuole molta sensibilità, da parte dell’uomo, nell’accorgersi che un gesto, o un’occhiata, o un sorriso, o un tono di voce, stanno disturbando la donna che ha di fronte. La donna per istinto si ritrae quando un uomo le si avvicina troppo, pensa: “Mi allontano, mi chiudo in me stessa per non incorrere in pericoli, per non alimentare nell’uomo un’idea sbagliata.”
Qual è l’idea sbagliata? Sempre e solo una, quella che muove il mondo: il desiderio di possesso attraverso il corpo, la fisicità, il linguaggio sessuale.
È insita nella donna l’abitudine a scappare: la donna scappa dal branco e dall’uomo singolo fin dai tempi preistorici, quando gli uomini, con brutalità, catturavano le donne come se fossero prede animali da conquistare.
Mi piacerebbe capire perché l’uomo non riesce a percepire il ritrarsi di una donna che contiene già il NO-che-dice: “No, non voglio che mi parli con questo tono di voce; no, non voglio che mi guardi con questo sguardo; no, non voglio che ti avvicini troppo.” Piccoli gesti che pur mettendo in allarme la donna, non sono capiti dalla maggior parte di uomini.
E poi c’è l’uomo sensibile che avverte anche gli impercettibili movimenti: egli vede passare negli occhi della donna il timore, la paura, l’allarme. Come se una sirena si accendesse e, da quell’attimo in poi, non ci sia più alcuna serenità d’animo. L’uomo sensibile si ritrae nel sentire la ritrosia della donna e quasi si sente sporco: è come se, sulle sue spalle, ci fosse tutto lo sporco che gli uomini seminano da sempre.
Uomini e donne, abbiamo le medesime qualità che si differenziano nel carattere personale di ognuno, nel modo in cui siamo cresciuti, nelle esperienze di vita che abbiamo vissuto e che viviamo. Anche gli uomini, non dimentichiamolo, posseggono un animo gentile, così come, invece, ci sono donne aggressive e violente capaci anche di uccidere al pari degli uomini.
Eppure sarebbe tutto più semplice se i rapporti in generale, fossero improntati sul rispetto reciproco che vuol dire: “Ascoltiamoci, parliamoci. Costruiamo il nostro rapporto su dialoghi costruttivi per accrescere in noi la stima reciproca. E siccome sappiamo quanto sia difficile capirci, impegniamoci, affinché i rapporti– d’amore, lavorativi, d’amicizia, familiari, eccetera— tutti i tipi di rapporti siano fondati sul rispetto reciproco.”
Ogni azione che facciamo, ogni parola che diciamo, porta l’altro ad una reazione. Basta poco per mancare di rispetto: un gesto, uno sguardo, un sorriso, un tono di voce.
E basta poco anche per capire le proprie reazioni iniziando col chiedersi “perché?…..”
C’è l’esigenza di rispettare i sentimenti altrui, si avverte il bisogno di dialogare senza che l’altro venga offeso.
Educazione, dialogo e ascolto, tre parole con un comune denominatore: la consapevolezza. È la consapevolezza che ci porta a valutare le nostre azioni e a ricercare quella parte sensibile che le donne ma, soprattutto, gli uomini indubbiamente possiedono.
Sarebbe un Traguardo Verso il Rispetto se un uomo potesse toccare i capelli di una donna, solo per sentirne la consistenza e il profumo. E sarebbe un Traguardo Verso il rispetto se, da parte della donna, questo gesto non fosse vissuto come una minaccia.
Giovanna Fileccia 8 marzo 2015
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