Vini e veleni di Laura La Sala
Recensione a cura di Giovanna Fileccia
C’è nella pratica della lettura una catarsi, uno scendere dentro le pagine per entrare in storie non nostre. I libri in generale mi lasciano sempre qualcosa e il romanzo di Laura La Sala mi lascia una piacevole sensazione di dolcezza, e un’incisiva emozione data da una storia che ha per protagonista l’amore.
Al centro della vicenda vi è la famiglia Tagliacozzo, viticoltori di una zona della Sicilia occidentale, le cui vicende di ognuno si intrecciano come i tralci delle viti: Danilo, Susan, Marcus, donna Letizia sono alcuni dei personaggi chiave della storia che si sviluppa con altre due sottostorie che fanno capo sempre alla famiglia.
La scrittura semplice, senza fronzoli e diretta di Laura La Sala si tinge di un certo mistero che permette all’autrice di inglobare in “Vini e veleni” sentimenti oscuri come la cattiveria, la superbia, la gelosia che inevitabilmente portano al tradimento e non solo.
Eppure la sensazione che lascia il romanzo di Laura, come dicevo all’inizio, è piacevole, ritempra l’animo di parole dolci e ciò oggi non è facile a trovarsi, si tende infatti a sbalordire, impressionare, si utilizza una scrittura irruenta colorata a tinte forti. Non è il caso di Laura La Sala che in Vini e veleni fa intravedere la bontà d’animo.
All’interno del romanzo l’autrice ha inserito alcune sue poesia ella, da affermata poetessa quale è, ama unire la prosa alla poesia forse per rafforzare il messaggio che intende comunicare al lettore. E così, come i floridi virgulti delle viti generano uva che diventa vino pregiato, la scrittura di Laura La Sala genera una vasta gamma di emozioni che danno vita a un romanzo che, seppur nella sua semplicità espressiva, intreccia viti come vita e fiorisce vini come sangue.
Giovanna Fileccia
10 novembre 2020