Intervisto Antonino Schiera, un autore attento che sa osservare.

Intervista a cura di Giovanna Fileccia

Scrittore, poeta e promotore culturale. Attento osservatore del vasto panorama letterario, culturale e non solo. Analitico nel trattare argomenti di attualità. Lo scorso anno, insieme a Marianna La Barbera, ho avuto il piacere di presentare la sua terza raccolta poetica Meditare e sentire . Il Convivio 2019, (il video qui). Antonino Schiera cura il suo blog Riflessioni d’autore all’interno del quale molti di noi artisti siamo protagonisti. La mia idea di intervistare Antonino Schiera parte dal voler dare voce a un autore che molto si spende per gli altri. Quindi lo ringrazio per aver accettato di giocare a io chiedo e tu rispondi e inizio con la prima domanda:

Antonino, per te la poesia è una meta, un viaggio o un punto di partenza?
La tua è una domanda che si presta a diverse interpretazioni e mi piace risponderti che in fondo per me la poesia rappresenta i tre elementi da te elencati. Certamente rappresenta un punto di partenza in quanto c’è stato un momento ed un posto fisico, nonché la predisposizione mentale, da cui ho cominciato. È anche un viaggio perché una volta cominciato, pur non lasciandomi mai alle spalle la predisposizione ad accogliere l’ispirazione pura, ritengo necessario studiare le tecniche poetiche, continuare a leggere gli autori classici e contemporanei. Insomma fare in modo che il terreno dal quale spuntano i germogli dei versi, sia sempre più pregno dell’humus della conoscenza e della maturità. Infine penso possa essere anche una meta in quanto l’essere poeti è una condizione, un atteggiamento che fa parte del nostro essere e pertanto ce li porteremo fino in punto di morte. In altre parole non esiste un traguardo, non esiste una fine finché si è in vita.

Consentimi un gioco di parole. Il tuo cognome e anche voce del verbo schierare. Per che cosa si schiera Antonino Schiera?
Non ho mai amato gli schieramenti, le ideologie anche se nella vita bisogna fare delle scelte che spesso vengono dettate dall’intuito, dallo spirito guida e dai nostri valori. Anche se questo comporta delle rinunce, ho sempre preferito rimanere un battitore libero, come una volta un amico mi ha definito. L’uomo in generale tende a fare parte di associazioni, di gruppi, di comitati, di correnti di pensiero che se da un lato possono offrire sicurezza e protezione, dall’altro lato possono inficiare lo spirito creativo. Detto ciò non significa che sia contrario al lavoro in sinergia con altri amici scrittori, all’associazionismo ma con prudenza e soprattutto con l’idea prevalente di cercare di rimanere indipendente.

Ti chiedo: quali sono i simboli, se ci sono, che contraddistinguono la tua scrittura?
Mi viene da pensare al simbolismo ovvero al movimento culturale sviluppatosi in Francia nel XIX secolo che si manifestò nella letteratura, nelle arti figurative e di riflesso nella musica. Direi che nelle mie poesie e nei miei scritti in generale prevalgono i simboli dell’amore, del rispetto della natura, della famiglia, del sentimentalismo che portano ad una visione utopica dell’esistenza, che spesso cozza con la realtà.

Hai all’attivo tre pubblicazioni di poesie e aforismi, inoltre scrivi anche racconti. Hai in cantiere altri progetti letterari?
Si, se tutto va come spero nel corrente anno, 2021, usciranno due mie nuove pubblicazioni: un racconto e una nuova raccolta di poesie e poi naturalmente nei miei programmi rimangono l’idea di proseguire nella cura e nello sviluppo creativo all’interno del mio blog e le collaborazioni giornalistiche. Il tutto senza tralasciare la possibilità di organizzare ancora altri eventi culturali insieme ai tanti amici scrittori e cultori delle arti in generale.

Immagina di fare un salto indietro nel tempo. Sei seduto in un caffè e hai di fronte un poeta del passato. Chi vorresti di fronte a te, e perché?
Senza ombra di dubbio vorrei fare una bella chiacchierata con Pablo Neruda, in quanto amo le sue poesie dense d’amore e il suo impegno nell’ambito della difesa dei diritti civili. Se mi è consentito ampliare la scelta mi piacerebbe prendere un caffè, dopo un ulteriore salto temporale all’indietro, con Giacomo Leopardi per ovvi motivi legati ai grandi temi dell’esistenza da lui trattati attraverso i suoi versi sublimi ed infine con Ugo Foscolo in quanto era uno dei miei poeti preferiti nel periodo della scuola, per la trattazione di ideali come l’immortalità, la libertà, l’amore, la patria, l’eroismo, la giustizia, la bellezza.

Qual è il sogno che vorresti si realizzasse dal punto di vista artistico?
Il mio sogno è quello di contribuire ad una società che legga di più, che studi ed esplori di più e perché no contribuire alla crescita dei nuovi scrittori che si affacciano per la prima volta nel mondo dell’editoria. A volte penso che chi si macchia di gravi delitti per istintività, per aggressività, per impetuosità se invece di delinquere dedicasse più tempo alla lettura di un buon libro e perché no a mettere nero su bianco i propri disagi, potremmo vivere in una società migliore.

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