
ORME
Non sono un uccello
dal becco appuntito
ma un errore
che migra
seguendo la scia
di un’onda marina
che mi conduce
verso ignota Terra.
Lasciano orme di sangue
i miei piedi nudi:
rimarranno
all’alba
e anche
al tramonto
né scompaiono
se sfuggo da me stessa.
Estranea
in Terre di passaggio
vorrei svanire
tra le onde dell’esserci,
tra i colori del piangere,
tra i dolori del vivere.
Ma è prepotente
l’esigenza del respiro;
ho bisogno d’aria pura
per scordare
le macerie
che ho lasciato:
pezzetti ricomposti
di corpi nudi
sotto cieli sporchi
d’aria opaca
lorda di bruttura
che
sangue
innocente
infetta.
Non mi attendono
fiori allo sbarco;
sono un errore
abortito dalla Terra
e
cavalco la corrente
della speranza.
Non sono un uccello
dal becco appuntito
ma
una donna errante
che anela
tre
parole
solamente:
“Benvenuta
Sorella
Migrante”.
Da La Giostra dorata del Ragno che tesse-Ed.Simposium 2015
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