Relazione di Giovanna Fileccia
Venerdì 1 ottobre 2021 alle ore 18.30, presso la libreria Mondadori, Palermo, ho avuto il piacere di relazionare e di intervistare Salvatore Leto sul suo libro: un romanzo che parla di valori, di saggezza e di amicizia. Durante la presentazione le letture sono state eseguite da Maria Isabella Miraglia che ha curato la Nota introduttiva del libro.
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LA MAGIA DELL’EFFETTO FARFALLA
“Vivere non è abbastanza, disse la farfalla,
uno deve avere il sole,
la libertà,
e un piccolo fiore.”
Hans Christian Andersen
Sembrerebbe così semplice poter avere il sole, la libertà e un piccolo fiore! Eppure a volte è più complicato di quanto si possa immaginare. È quanto accade ai protagonisti del romanzo Mentre camminavo… Una tenerezza improvvisa.
Nella massima di Andersen ho trovato alcuni degli elementi che permeano il romanzo di Salvatore Leto che già dal titolo rivela un sentimento di grande valore: la tenerezza che sgorga improvvisamente nel cuore di un uomo intento a camminare. È la tenerezza a fare vibrare le corde emozionali di Emanuele come se i suoi battiti fossero gaie ali di farfalla.
La scrittura di Salvatore Leto, proprio come una farfalla, si poggia lieve sulle pagine e arriva al lettore con uno svolazzo pieno di sentimento e di azione.

Non vi nascondo che durante la lettura di Mentre camminavo… Una tenerezza improvvisa, ho pensato più volte alla teoria dell’effetto farfalla avanzata nel 1962 dal matematico statunitense Edward Norton Lorenz. Secondo suddetta teoria il battito d’ali di una farfalla può produrre vibrazioni molecolari tali da causare una catena di movimenti di altre molecole d’aria fino a scatenare un uragano a chilometri di distanza. Nel romanzo di Salvatore l’effetto farfalla avviene in seguito a una semplice domanda dalla quale scaturirà una serie di eventi. Potremmo paragonare tale effetto sincronico, alle onde causate dal lancio di un sassolino nell’acqua di un lago. Le onde si propagano e nonostante il sassolino non si veda più, l’effetto delle sue vibrazioni si allargherà propagandosi in modo ampio e costante.
Il romanzo inizia per voce di Emanuele il quale incontra casualmente un passante, tale Gaspare. Una partenza scoppiettante, uno scambio di battute tra i due, lascia poi il posto a un dialogo più confidenziale che sfocia in una tenerezza improvvisa.
Già dai primi capitoli (17 capitoli in totale) del libro ho avvertito la pulizia di pensiero dell’autore il quale è riuscito a tracciare una storia corale dove tutti i protagonisti si muovono in sincrono e sono tutti collegati tra di loro da fili invisibili.

Spesso nella mia vita artistica ho accennato al movimento che avverto sopra la mia testa. È una sensazione particolare poiché sento che, su di me, ci sia un ragno che tesse una tela dorata, è come se, a ogni incastro della tela, corrisponda un incontro. Come questo nostro di adesso.
Bene, in questa storia, Emanuele, in seguito a un incontro fortuito, interseca il suo filo dell’esistenza con il filo dell’esistenza di Gaspare, un giovane uomo che ha alle spalle un vissuto fatto di amore e di mancanze. Ma cosa manca a Gaspare? Ciò che maggiormente gli manca è un lavoro. Essere disoccupato, o meglio impiegato a marito, genera nella sua vita un effetto deleterio: il ragazzo infatti non si sente apprezzato da sua moglie che, viceversa, lavora. Nonostante l’amore leghi Gaspare e Silvana, tra i due giovani coniugi si avverte un disequilibrio che potrà essere colmato solo se Gaspare potrà sentirsi, a livello sociale e dunque lavorativo, alla pari con la moglie. È prioritario per lui trovare una occupazione che possa dargli la giusta dimensione all’interno della coppia e della società.
Le tematiche del romanzo sono tante: cito la solitudine poiché è la condizione che emerge già dalle prime pagine insieme a un altro tema che è la dignità del lavoro. Salvatore Leto pone l’accento e fa riflettere su un tassello fondamentale della nostra costituzione: il lavoro, un diritto che spetta a ogni cittadino. Nella figura di Gaspare l’autore evidenzia gli effetti che la disoccupazione produce: il malcontento personale e di coppia, la bassa autostima, la rabbia, la tristezza, la frustrazione, il disagio.
Nel ripercorre le pagine di Mentre camminavo… Una tenerezza improvvisa vi imbatterete nella generosità del dare senza chiedere nulla in cambio, nell’ascolto che genera altruismo, nell’aiuto spontaneo, nella riconoscenza, nel complicato rapporto tra uomo e donna, e tra la coppia e il denaro.
Eppure il punto focale del romanzo è l’amicizia, solido appiglio per una famiglia da aiutare, da sostenere e accompagnare nelle vie scoscese della vita.
Il romanzo di Salvatore Leto scorre in modo fluido e godibile poiché il lettore può facilmente ritrovarsi e immedesimarsi nei tanti personaggi.

Maria Isabella Miraglia, nella sua nota introduttiva scrive: “La storia non è fatta solo di grandi scoperte, di grandi uomini speciali, di persone che brillano nell’universo del niente. No, la storia è fatta di miriadi e miriadi di uomini normali, di persone che vivono la propria vita come meglio possono, tra luci e ombre, costruendo la propria storia attraverso le difficoltà che angosciano e che non mancano mai.”
E a proposito di persone comuni, normali, vi è zio Peppe ‘u cunzalemmi, il quale farà da anello di congiunzione tra tutti gli altri protagonisti.
È zio Peppe a consigliare e ascoltare i giovani.
A zio Peppe l’autore affida il ruolo di saggio, un ruolo che nella società odierna è stato accantonato. Salvatore Leto pone lo zio al centro di un ipotetico cerchio in modo che tutti gli altri protagonisti lo vedano e possano facilmente raggiungerlo per essere ascoltati e ascoltare le sue sagge parole.
La tenerezza, protagonista assoluta del romanzo, quando arriva, che sia improvvisa o meno, è un dono per colui che la prova, vuol dire che sotto l’epidermide, sotto la razionalità, sotto il pragmatismo e il distacco voluto, vi è un animo sensibile capace di emozionarsi, un animo che mosso a compassione si lascia dietro l’aridità del mondo e palpita di vibrazioni positive che inevitabilmente ritornano amplificate.

Il libro di Salvatore Leto mi dà l’opportunità di esprimere un pensiero sulla “naturalità del sentire”. È quest’ultima che ci fa unire agli altri. Agire con naturalezza vuol dire avvicinarsi con un sorriso spontaneo che apre alla sintonia con l’altro. La tenerezza mi riporta all’amore per il prossimo ed è un sentimento da riscoprire, e quando arriva riesce a insinuarsi e ad annidarsi nel punto più profondo del petto, riesce a svolazzare come una farfalla che si posa lieve con tutta la dolcezza delle sue ali colorate.
La parte finale del romanzo riserva delle sorprese una delle quali è a favore dello zio Peppe che si ritroverà catapultato in un passato remoto, un passato doloroso che lo ha profondamente segnato condizionando tutta la sua vita. La lettera rivelatrice darà un senso all’attuale vissuto dello zio. La sua è una storia di riscatto personale: un ricongiungimento di due anime che provoca nel lettore, tenerezza, solidarietà e amore.
Il finale è dunque emozionante, le ultime battute del libro hanno la capacità di ricongiungere la parte razionale a quella parte sensibile che va alimentata e nutrita affinché, come quel sassolino sul lago, possa espandersi in onde e diramarsi sotto l’epidermide, provocando brividi.
Ringrazio Salvatore Leto per avermi preso per mano e condotto dentro storie che nella loro semplicità, o forse proprio per questo, hanno il potere di riempire il cuore.
Palermo, 1 ottobre 2021
FOTOGRAFIE: https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=5033049326711615&id=100000197915199
VIDEO DELLA PRESENTAZIONE: https://www.facebook.com/MondadoriPalermoViaStabile/videos/1483022438731766/?__cft__%5b0%5d=AZUh_O-Enn7XM_ukFdjrfYYcSx4iiYj07KXp1ohk1mWj2liEMr_sFcd3Up4ICwpYwF7mxOXOieldAU3xBhB_ZHfcFm5WpTX-aisTFfHRIbgZRNRUNg3qe_BX6_r1PY25y2A&__tn__=-UK-R