Leggo, Presento e recensisco. IL POETA CLAUDICANTE, di Samuel Ferro. Calibano Editore, 2023.

Leggo e recensisco a cura di Giovanna Fileccia” . Qui tutte le recensioni
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Relazione a cura di Giovanna Fileccia per la PRIMA presentazione del libro IL POETA CLAUDICANTE di Samuel Ferro. Venerdì 14 aprile 2023 presso la libreria Leggere è, Partinico.

Da nuvola a… soldato dall’occhio fiorito



Non vi è una particella di vita

che non abbia poesia

all’interno di essa.


Gustave Flaubert

Quando Erika D’Amico mi ha chiesto di presentare il libro di Samuel Ferro ho accettato immediatamente perché ci eravamo incrociati anni fa e le sue poesie già allora mi erano piaciute.

Quando poi ci siamo seduti qui alla libreria Leggere è per parlare del libro e di come lo avrei presentato a voi, Samuel mi ha detto una cosa particolare che mi ha fatto riflettere. Dovete sapere che è raro che un autore si identifichi con il suo libro in quanto oggetto, come se quest’ultimo avesse una propria connotazione. Nel mio mondo di oggetti che vanno in terapia, in effetti, il libro ha un ruolo primario ai fini della trama, per cui non mi ha stupito ascoltare Samuel dirmi: “Questo libro è piccolo e sottile proprio come me”, e io, ora, aggiungo che tale volume è anche prezioso e verace. Il nostro è un poeta coscienzioso poiché consapevole di sé.

La raccolta poetica di Samuel Ferro è uscita con la  Calibano Editore appena pochi giorni fa. Il titolo scelto da Samuel è costruito in modo classico: un soggetto e un predicato verbale; però è la scelta delle parole a fare la differenza: il soggetto è il poeta e non un poeta, una figura ben precisa che oggi nella società ha un ruolo marginale perché, chi è disposto a riconoscere che una persona possieda una visione poetica della vita. Eppure la poesia esiste a prescindere. È vero fa fatica a nascere, ma c’è, sta a noi accoglierla nel nostro quotidiano, sorriderle e fare in modo che possa alleggerire i nostri giorni.

Il poeta, la poeta, è forse dotato/a di un occhio particolare? Vede colori che altri non vedono? Percepisce sentimenti ed emozioni che gli altri non provano? In verità non saprei darvi risposta, posso però dirvi che Samuel ha dalla sua un occhio ben sviluppato e, nonostante la sua miopia, l’occhio è il fulcro del suo guardarsi attorno e del suo guardarsi dentro.

E… Vede un soldato che, a testa china, si spoglia della sua armatura e si libera dal peso degli altrui sguardi, sguardi che non guardano il soldato, ma… l’armatura che lo copre, lo protegge, lo sostiene. L’uomo si palesa agli sguardi e mostra le sue cicatrici affinché qualcuno senta forte l’esigenza di baciarle,  toccarle, sfiorarle, senza alcuna paura, senza alcun timore, senza alcun riguardo. Ma ecco che spogliatosi egli, il soldato, ritrova ciò che è essenziale: il pensiero.

La poesia Soldato recita da una sconfitta sorse l’uomo, frase che Samuel ha trascritto in copertina accanto a un occhio che lacrima fiori. Una frase che ci ricorda che dopo la sofferenza c’è comunque la rinascita. Dal fango  dalla bruttura sbuca -non si sa come- uno stelo in una palude, il quale prende fiato e dice “Eccomi, adesso fiorirò: rosso, verde, arancio, e mi dovrete guardare, odorare”. E il fiore oscillerà al vento ma non si piegherà, il suo claudicare sarà evidente, ma continuerà a crescere a fiorire. Nonostante le cicatrici.

C’è una tecnica giapponese chiamata Kintsugi nella quale i cocci di un oggetto, piuttosto che essere gettati, vengono prima incollati e poi, le crepe, da feritoie brutte a vedersi, diventano alloggio di preziosità. Gli artigiani d’oriente con lentezza e pazienza riempiono le crepe, strato dopo strato, con l’oro. L’aspetto più bello di tale tecnica è rappresentato dal valore che acquisisce l’oggetto dopo la riparazione: l’oro evidenzia la frattura e allo stesso tempo l’oggetto, nel suo essere riparato, acquista  valore. Il Kintsugi insegna il recupero, la lentezza, l’attesa e la preziosa resilienza al, e del, dolore.

La poesia di Samuel Ferro è pregna di dolore e di resilienza, è diretta, intimistica e discorsiva in un dialogo continuo tra l’io e il tu.

Samuel soldato-uomo è un claudicante che oscilla nel suo appoggiare i piedi a terra: prima un piede e poi un altro, a un ritmo che è solo suo, cadenzato da una poetica claudicante anch’essa, in bilico tra il desiderio e la denuncia, tra l’amore e la tolleranza, tra la sofferenza e la speranza.

Tutte le emozioni contenute nelle poesie di Samuel hanno un solo perno di riferimento: l’amore.

Ancora Samuel vede la “notte stellata” e il mare dentro occhi da amare; vede il buio dopo un colpo al cuore e un orologio senza tempo che gioca a scandire gli ultimi istanti (Infarto pagina 41). E sente mani su di sé (Soave pagina 43) mani leggere che alleviano il peso della memoria. Dita che sfiorano la pelle martoriata, piccole carezze tra i capelli dove la linea della cicatrice li separa; mani che conducono alla pace passando dal desiderio della carne e dell’animo; capaci di sciogliere il dolore come rugiada che luccica su una foglia di primavera.

Le poesie contenute ne Il poeta claudicante sono aspre e malinconiche, lievi e pesanti È chiaro l’intento di Samuel: egli attraverso la parola fiorisce e, allo stesso tempo, vuole essere visto, vuole claudicare al vento e procedere nel divenire fiore colorato e bello a vedersi.

Ogni poesia è composta da versi che iniziano con la lettera maiuscola, come a ribadire l’importanza che riveste ogni verso, ogni rigo, ad esserci senza dubbi e senza tentennamenti. Ogni lettera maiuscola rappresenta il qui di Samuel che ama perdersi nell’infinito oceano degli occhi azzurri senza tempo e senza spazio. Concludo con una frase di Gustave Flaubert che recita Non vi è una particella di vita che non abbia poesia all’interno di essa. Anche il qui, in fondo, è qualcosa che abbiamo dentro: è uno stato emotivo da conquistare, una condizione nella quale, ognuno di noi, può focalizzarsi sul singolo respiro e, attimo dopo attimo, vivere…

Grazie

Giovanna Fileccia

Terrasini 14 marzo 2023


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