LA Giostra dorata del Ragno che tesse

QUI lo STORICO de La Giostra dorata del Ragno che tesse

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Dalla premessa “Piccoli punti ad incastro” di Giovanna Fileccia: (…) Tutto quello che deve essere ancora scritto inizia da un singolo punto: questo libro è così, una collana di puntini che ha acquisito forma man mano che le parole hanno preso vita. Spesso paragono la scrittura ad un ricamo prezioso, piccoli punti che fanno affiorare un disegno ben definito: una nave che lascia la scia, un gabbiano che stride nel cielo, un fiore che schiudendosi profuma, un gatto che soddisfatto fa le fusa. Mi piace pensare alla poesia, come se fosse una ragnatela di parole con gli spazi vuoti intervallati da versi e strofe. (…) Gli artisti, proprio come il ragno, tessono la propria tela ognuno con il proprio strumento: il pittore con i colori, lo scultore con l’argilla, il musicista con le note musicali, e così via. Anche il poeta tesse una tela di parole, e sta in attesa che qualcuno si incagli nella trama che egli ha scritto: con pazienza, lo scrittore attende che qualcuno resti impigliato nella sua tela-di-sentimenti-che-racconta, per potersi nutrire del piacere che gli dà l’essere letto o ascoltato.

Dalla prefazione dello storico e saggista Giuseppe Oddo “Giovanna Fileccia e la poesia sculturata come ricerca e tessitura del destino umano” (tratta dal libro presentato): (…) Doveva pure arrivare il momento che la vis poetica abbattesse le barriere del suo poetare, tenuto segreto per un innato senso della riservatezza. E allora le parole e i pensieri di Giovanna si fecero ancora più liberi e raffinati, pregnanti di valori umani, rispettosi del prossimo e di quel poco che ancora resta della circolarità dialettica “natura-uomo-società-natura”. Tutto ciò è spia di una bellezza interiore non comune, trasparente come l’acqua pura. (…) La poesia sculturata di Giovanna, frutto di lunghe e attente ricerche, guarda con benevolenza al ragno che tesse; vede nella ragnatela la complessità del destino e la fragilità dei fili dorati che tengono sospesa in equilibrio precario la vita. (…) Coniugata com’è al femminile, la poetica della Fileccia fa di ogni passeggero della giostra dorata un piccolo ragno che tesse il proprio destino. Ma non tutti gli umani riescono a fare della loro vita un uso consono ai criteri fondanti dell’armonia con il Creatore. Prigionieri di scelte avventate, molti finiscono per essere trascinati alla deriva del caos esistenziale.

Dalla postfazione della giornalista e avvocato Francesca Currieri (tratta dal libro presentato): (…) Le poesie della Fileccia raccolte in “La Giostra dorata del Ragno che tesse” grondano di grande umanità e sensibilità e ruotano all’interno di un denominatore comune, il rispetto. La giostra, nell’immaginario collettivo, è motivo di gioia e di esaltazione. Rievoca emozioni infantili e gioiosi ricordi, esternati e custoditi nel giro inesorabile che, la vita offre ai suoi fuggevoli passeggeri. (…)  Il valore dell’opera di Giovanna Fileccia, scaturisce dalla consapevolezza che, in un momento critico per la nostra società, occorre che ciascuno di noi impari a conoscere le proprie potenzialità, con particolare attenzione alle proprie aspirazioni e ai rapporti relazionali che nel tempo si intrecciano nel tessuto sociale. Al riparo dalle disarmonie della vita, dobbiamo con coraggio cavalcare sulle ali dorate della luna ed andare verso un mondo migliore, dove regna la speranza, il rispetto umano e la solidarietà.

Prof.ssa Maria Antonia Manzella“Giovanna Fileccia: una poetessa al passo coi tempi”: (…) La “Poesia sculturata” di Giovanna ci coinvolge, ci emoziona, ridesta in noi echi armoniosi. Le sue emozioni diventano le nostre, perché, è vero, Giovanna, in tutto quello che fa o che compone, mette cuore, anima, intelligenza, intuito, amore, passione. Giovanna è un vulcano di idee, di inventiva, di estro creativo e, come ogni artista, possiede “un cervello in fermento, che segue sinuosi ed accattivanti percorsi per inoltrarsi in nuovi stimoli per dire, fare, creare”. (…) La metafora della giostra viene chiarita dalla stessa autrice, che ne spiega così il significato: ”In sella ai cavalli della giostra, i passeggeri decidono se andare avanti oppure rimanere fermi o addirittura tornare indietro vivendo nel passato”. Pertanto è l’uomo che decide cosa fare della propria vita e, come il ragno, tesse la tela del proprio destino.

L’editrice Veronica Giuseppina Billone: Giovanna è la creatività e la fantasia personificate e queste doti spesso stupiscono il suo pubblico rendendolo curioso delle sue innovazioni artistiche, lei ha inventato il termine di Poesia Sculturata per dare una collocazione alla sua arte e questo termine ormai nel nostro ambiente è diventato di uso comune, ma la stessa curiosità che suscita negli altri le fa da specchio e non c’è pensiero che lei definisce che immediatamente ti chiede “e tu cosa ne pensi?” Questa curiosità è talmente radicata in lei che non si è saputa trattenere nemmeno in questo libro e alla fine della sua premessa ti chiede “e tu che ragno sei?” 

Dott.ssa Mariantonietta Mangiapane: Giovanna è una persona che sta tra le righe, mai sopra, mai sotto. È spontanea ma questa spontaneità non è mai banalità. Quello che in lei colpisce è questo contrasto apparente tra la sua figura così fragile e delicata, il suo spessore umano ma anche poetico e letterario e la sua personalità forte. È molto consapevole di sé, ha acquisito molta sicurezza in questi anni e quindi quando a volte parla dice cose molto dure però le dice sempre con una certa eleganza, una certa grazia che la contraddistingue. Giovanna è un porto aperto e curioso. Chi la conosce sa dei suoi trascorsi travagliati quindi tutto questo consenso se l’è conquistato con la sua semplicità. Si merita il successo che ha raggiunto perché ha faticato tanto. 

Dottor Gianni Serughetti: La poesia è una delle più alte ed efficaci espressioni dell’attività umana. Il poeta è immortale perché va oltre, pesca nell’inconscio, sviscera emozioni e passioni, dice a voce alta ciò che non è permesso dire. La raccolta poetica “la Giostra dorata del Ragno che tesse” è quasi un’enciclopedia perché contiene tutti i sentimenti che riguardano il genere umano: la solitudine, la perdita, la morte, eccetera. Ho notato nelle poesie della Fileccia un certo pessimismo, un forte desiderio di riscatto ad esempio della condizione femminile. Nelle poesie Guscio di lumaca, L’ombroso azzurro, Un giorno qualunque -ma anche in altre- c’è un sodalizio, quasi una fusione tra l’autrice e la natura, come se la natura tutta sia tra le braccia di Giovanna e lei la accolga proteggendola.

Dott.ssa Caterina Vitale: Giovanna non smette mai di sorprendermi. È una persona costante, ferma, che richiama all’esserci. Giovanna agisce la sua creatività in un ciclo chiave: a volte lineare a volte controcorrente. Ovvero lei sente, ascolta, consapevolizza, e pian piano dà forma a questo materiale attraverso immagini e parole. A volte invece si limita ad accoglierlo così com’è. E con tutta questa bellezza ricrea la sua immagine di donna, madre, moglie, figlia, amica, che invita sé e gli altri – tutti noi- a continuare a produrre immagini nuove a cogliere ciò che l’occhio non riesce a cogliere. A cercare cioè quel visibile reso da noi invisibile. Giovanna, forse un po’ come il ragno, a volte mente a volte svela, ma sempre racconta di valori e di emozioni. Esprime la gioia di vivere. Esprime Il riscatto, la perdita, il vuoto, l’oppressione. Esprime soprattutto la trasformazione del dolore. E racconta così, in modo semplice e costante, il senso del vivere come liberazione, come bisogno di pensare chi siamo ora in questo momento. Il bisogno di inventare, osservare. Il bisogno di esserci e condividere.

Maria Concetta Biundo: Siamo tutti dei piccoli ragni che tessiamo la nostra tela, in modo che a volte agli altri risulta incomprensibile, riprendendo dei fili a volte lasciati sospesi, in attesa di essere riallacciati, così che alla fine la tela sia definita. Ringrazio Giovanna per gli spunti di riflessione che dà con delle immagini di grande contenuto.

Vinny Scorsone: Le poesie di G.F. riempiono il cuore. L’autrice riesce a raccontare condizioni e drammi universali. “Mizuke, “Guscio di lumaca”, “Orme”, “Tripudio”, “Clessidra”, “Un Giorno qualunque”, “Desiderio d’allegria” sono solo alcune delle poesie contenute nel libro ma da sole bastano per cercare di afferrare l’anima inquieta e dirompente dell’autrice, la sua inesauribile voglia di vita e di lotta.

Sandra Guddo: Giovanna è una poetessa originale, se vogliamo anche dotata di un pizzico di follia, di quel genio creativo che va sempre alla ricerca di nuove soluzioni; d’altra parte il Pensiero divergente non si accontenta di itinerari già tracciati, di strade già battute né di schemi prefigurati. Ella è una poetessa nuova che è sorretta da una solida intelaiatura filosofica in continua evoluzione.

 

Altre info sul Web e sul sito http://www.giovannafileccia.com


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