Leggo e recensisco. VATTENE VIA di Marco Cocciola. Ex Libris, 2022. Collana La biblioteca ideale.

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Vattene via di Marco Cocciola. Ex Libris, 2022

Recensione a cura di Giovanna Fileccia

Il ricordo è il tessuto dell’identità

Nelson Mandela

Vattene via di Marco Cocciola narra di un conflitto nel quale molti potranno immedesimarsi. Il romanzo illustra una quotidianità strappata e una serenità ferita. Nel leggerlo ho immaginato un foglio nel quale spicca il seguente disegno: una casa azzurra, un albero dai fiori gialli e un prato verde dove un bambino saltella felice tra la mamma e il papà. Fin qui l’immagine è senz’altro piacevole se non fosse che il foglio, col suo bel disegno, io l’ho visualizzato sgualcito, accartocciato e irrimediabilmente rovinato così come è la vita di Mattia, voce narrante di Vattene via.

Il disagio di Mattia bambino diventa per lui, man mano che cresce, un problema insormontabile. “Era iniziato tutto lì, nell’imprevisto di un giorno di trentacinque anni fa” così riporta il primo capoverso del quinto capitolo, un giorno qualsiasi nel quale il protagonista fissa l’inizio dello sfaldamento di un rapporto. Cosa accadde quel giorno di tanto tempo prima? La vita in generale è un continuo spartiacque tra un prima e un dopo, tra una causa e un effetto. Anche per Mattia sarà così, egli subirà un effetto causale che determinerà ogni sua azione a partire dall’imperativo gridato a voce bassa… “Vattene via!”. Vi è in queste due parole una potenza d’intento e una forza espressiva, nonché un coraggio sottinteso di chi non ha paura delle conseguenze. Pronunciare una frase così definitiva non è affatto facile poiché dopo che tali parole si materializzano diventano macigni sia per chi li riceve che per chi li esterna. Un’esortazione ad andare e a non tornare, un “Togliti dai piedi e dalla vista!”, ma… per quanto tempo?

Ho introdotto questa mia con una massima di Mandela che recita: “Il ricordo è il tessuto dell’identità”, in questa breve frase vi è una verità assoluta: noi siamo il nostro vissuto intessuto ai ricordi, inoltre siamo il tempo che viviamo.  E Il tempo è coprotagonista del romanzo di Cocciola; un tempo dilatato e lento nel quale i ricordi come “tessuto dell’identità’, annegano per poi riaffiorare grazie a una voce mai dimenticata che dall’altro capo del telefono formula la richiesta: “Mi piacerebbe vederti. Solo questo.” Come rifiutare un così preciso invito? È desiderio di entrambi i protagonisti riannodare i fili della loro esistenza, in modo da ripristinare il legame originario.

Vattene via è una vicenda che affronta le debolezze dell’uomo.

Il romanzo si snoda tra dialoghi educati e interessanti riflessioni più o meno filosofiche. La narrazione al tempo presente è in prima persona e prende il lettore, in questo caso me, per mano per trasportarlo in un mondo di sentimenti comuni e di frammenti-come-fratture.

Cocciola talvolta sembra fare l’occhiolino al lettore e dirgli: “Mio malgrado, e nonostante non fosse mia intenzione, ho rivelato qualcosa di me.” Ne è un esempio l’interesse di Marco per l’arte, troverete tra le righe del libro dei riferimenti a sculture e artisti facilmente individuabili; e non solo. È difficile per ogni autore rimanere distaccato dalla sua opera, prenderne le distanze e il Nostro non è da meno. Ho conosciuto Marco nel ruolo che più gli attiene: gallerista d’arte. È accaduto qualche tempo fa in occasione di una mostra che io e la mia collega Tiziana Viola-Massa abbiamo allestito all’interno del suo spazio espositivo. In quei giorni ho riconosciuto in Marco la passione quasi viscerale per il suo lavoro, una passione che io, dall’altra parte, – quella di chi plasma e realizza per intenderci -, assorbo e alimento.

Se dovessi dare un colore al romanzo di Cocciola sarebbe il bianco in tutte le sue gradazioni: uno spazio da riempire dei colori che verranno. Lo stile che Cocciola adotta in questo suo lavoro è lineare e convergente. Una scrittura che spiega e dispiega una storia che nel suo essere semplice appare complessa per via dei sentimenti che permeano le pagine.

Nel concludere lascio che i protagonisti di Vattene via riannodino i legami, intreccino i fili e districhino i nodi. Il finale lo lascio a voi lettori, di mio aggiungo un guizzo affinché ogni fiore che cade dal vestito della bambina in copertina, scintilli e vaghi per depositarsi tra le mani a coppa di voi lettori, mani pronte ad accogliere i buoni sentimenti e i passi decisi di chi sa quanto sia difficile fronteggiare i problemi e vivere le emozioni fino in fondo. Senza fuggire.

Giovanna Fileccia

Terrasini, 16 aprile 2022

LINK LIBRO: http://www.edizioniexlibris.com/?s=VATTENE+VIA


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