Relazione di Giovanna Fileccia per la presentazione di sabato 13 novembre 2021.
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Le poesie di Loredana Geloso sono un concentrato di colore verde bosco, come il colore del muschio che si nutre della pioggia e si aggrappa alle rocce e di espande e procede crescendo e moltiplicandosi. Il muschio che spunta con il freddo, è caparbio e mai si arrende. Ho scelto di utilizzare tale metafora perché nel muschio che ho descritto trovo assonanze con Loredana Geloso. Una donna che nel pieno inverno della sua vita – e per inverno mi riferisco a un periodo freddo, pieno di intemperie, di giorni bui e rigidi – è sbucata, ha germinato parole, parole che a loro volta hanno prodotto un libro piccolo ma consistente.
Loredana Geloso ha fatto del suo inverno, primavera di poesia, ha dato vitalità ai suoi pensieri più intimi, alle sue emozioni profonde, al suo estremo dolore e, in modo forse naturale e istintivo, ha operato affinché dal suo freddo e roccioso inverno lei stessa potesse rifiorire, facendo rifiorire anche ciò che la circonda.
Tornando alla metafora del muschio: ho immaginato Loredana muschio che si aggrappa e si sviluppa non in altezza, perché sarebbe troppo faticoso per lei, ma in ampiezza. In modo da aprirsi verso nuovi orizzonti, ignorando il freddo, il buio e le spigolosità.
Personalmente tratto da anni del tema della violenza di genere. Tra qualche giorno, il 25 novembre, ricorrerà la giornata internazionale contro la violenza sulle donne e io proprio quel giorno sono stata invitata a Bologna per parlare della tematica attraverso i miei scritti.
Dal 2015 occupo una sedia in ricordo di quelle donne che erano e ora non sono più. Un posto occupato come monito e come allerta poiché potrebbe accadere a nostra sorella, a una nostra amica, a una nostra collega, di essere mal-trattata… o peggio.
Lo scorso anno in piena pandemia -a casa mia- ho realizzato un video: mi sono tolta le scarpe, mi sono seduta a terra e ho occupato la sedia IMPERIA (Imperia è una delle mie opere tridimensionali di Poesia Sculturata). In quei minuti ho parlato di valore e di rispetto, e poi ho letto la poesia “La donna merita”. Perché la donna merita così come l’uomo merita. Entrambi meritano attenzione e amore e compassione e.
Oggi nel relazionare su Ciura e Dulura, l’amore non è amato, ho scelto di fare un intervento emozionale e mirato. Diverso dal modo in cui di solito relaziono per presentare gli autori e i loro libri. Oggi sento la necessità di farvi sentire la forza e il coraggio che possiede Loredana Geloso. Una forza e un coraggio che sono proprie di quelle donne che a un certo punto della loro vita girano l’interruzione perché sanno che meritano di vivere meglio. Fanno clic e si ribellano al brutto, al dolore, alla sofferenza. Fanno clic e si aprono alla vita.
E Loredana si è ribellata, di più! ha fatto sì che la sua vicenda diventasse di tutti, ha fatto sì che ognuno potesse contribuire ad aiutarla e ha accettato ogni aiuto possibile. E ha scritto, ha attinto al potere della parola che resta, e, nero su bianco, ha inciso versi che, come muschio sulla roccia anch’essi, hanno attecchito e si sono espansi per arrivare qui, a questo momento di condivisione e, perché no?, di gioia. Non è una brutta parola la gioia, sapete? Ce ne vorrebbe di più, a secchiare, a cataratte come la pioggia che in questi giorni è caduta da cielo.
E a proposito di pioggia voglio portare alla vostra attenzione due poesia di Loredana: la prima è Chiovi, e tra i versi ho avvertito tutta la pesantezza del dolore e del buio; la seconda è Malincunia una lirica che racconta come dentro il cuore si annidi il desiderio di cose belle.
Quasi tutte le poesie di Cuira e Dulura trasudano sofferenza, e i versi piovono dolore che bagna spalle pesanti che non ce la fanno più. La pioggia, però, è anche cura, pulisce l’animo, disseta, deterge e lucida le superfici. E poi non dimentichiamoci che è grazie alla pioggia se il muschio può germogliare sulla roccia.
E, il dolore di Loredana, come muschio, è germogliato sulle pagine per diventare poesia istintiva e senza filtri. La poetica di Loredana, seppur ancora acerba, ha le qualità per maturare. Loredana ha iniziato a scrivere poesie all’inizio della pandemia. Spesso volte mi chiedo per quale alchimia uno sfogo può essere trasformato in poesia. Come si può trasformare un lamento, una denuncia, uno sfogo in poesia? credetemi non è facile e neanche si può imparare. Si può solo scrivere con delicatezza e forza, con sincerità e con animo poetico.
Concludo con le parole di Loredana che, nella parte finale della poesia La bellezza dell’amore, scrive:
“Bello, sono due sorrisi
Illuminano quella stanza
che ha ancora le luci spente”
E io, nel mio piccolo, mi auguro che le luci si accendano illuminando le stanze dell’anima in modo che ognuno impari a percorrere la via che possa condurci alla bellezza dell’amore.
Giovanna Fileccia
Terrasini, 13 novembre 2021
POSTOCCUPATO.ORG è una campagna di sensibilizzazione sociale e gratuita contro la violenza sulle donne. Partita nel 2013 da Rometta, piccolo comune in provincia di Messina, su iniziativa di Maria Andaloro
[…] Sabato 13 novembre: relatrice al libro Ciura e dulura di Loredana Geloso, Terrasini; QUI LA MIA RELAZIONE: https://giovannafileccia.com/2021/11/17/leggo-e-recensisco-ciura-e-dulura-lamore-non-e-amato-di-lored… […]
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[…] la testimonianza dell’amica Loredana Geloso della quale recentemente ho presentato il libro Ciura e dulura – Ed. Simposium 2021 (Qui le mia relazione). Riporto in sintesi il suo messaggio: “Ci chiamano […]
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